Aziende confiscate in Piemonte

Lo scorso 5 novembre, a Palermo, si sono trovati in 200, da tutta la regione, per difendere il proprio posto di lavoro e il loro futuro in aziende che sono state confiscate alla mafia. La protesta, organizzata dalla Fillea-Cgil, coinvolge direttamente per la prima volta questa fascia di lavoratori, il cui destino è incerto dal momento del sequestro della loro azienda. Il problema, ovviamente non è circoscritto alla regione Sicilia, attualmente in Piemonte risultano confiscate 13 aziende, di cui solo 6 sono ancora in gestione e quindi prive di una nuova finalità, mentre le altre 7 risultano essere state liquidate o chiuse in autonomia con la sola eccezione di un’azienda alla quale è stata revocata la confisca.

Le aziende si collocano per il 77% nella provincia di Torino, in particolare una nel comune di Agliè (uscita dalla gestione), una nel comune di Bardonecchia (uscita dalla gestione), due nel comune di Orbassano (una in gestione e una uscita dalla gestione), una nel comune di Rivalta di Torino (in gestione), una nel comune di Rivoli (in gestione), una nel comune di Settimo Torinese (uscita dalla gestione) e tre nel comune di Torino (due in gestione e una uscita dalla gestione). Il resto delle aziende confiscate sul territorio Piemontese si trovano: per il 15% nella provincia di Alessandria, con una azienda nel comune di Casale Monferrato (uscita dalla gestione) e una nel comune di Ovada (in gestione); per l’8% nella provincia di Novara, con un’unica azienda nel comune di Trecate.

PROVINCIA AZIENDE IN GESTIONE AZIENDE USCITE DALLA GESTIONE TOTALE
Alessandria 1 1 2
Novara 0 1 1
Torino 5 5 10

Le aziende uscite dalla gestione risultano essere state liquidate per il 57%, chiuse in autonomia per il 29% (di cui una per mancanza di beni da liquidare), mentre al 14% (un solo caso) è stata revocata la confisca.

Le sottotipologie dei beni aziendali confiscati sul territorio piemontese sono per la maggior parte società a responsabilità limitata, ma sono presenti anche società in accomandita semplice, società semplici, società a responsabilità in nome collettivo e imprese individuali.

Per quanto riguarda l’attività svolta all’interno delle aziende, sei di loro rientrano nel settore del commercio al’ingrosso-dettaglio, riparazione dei veicoli, dei beni personali e della casa, due aziende svolgevano un’attività nel settore delle costruzioni, mentre solo una azienda svolgeva ciascuna delle seguenti attività: strazione di minerali; alberghi e ristorazioni; attività finanziarie e altri servizi pubblici, sociali e personali. Solo di una azienda non si conosce il settore dell’attività svolta.

Il 14 novembre è stato incardinata in commissione Giustizia alla Camera la proposta di legge sulla valorizzazione delle aziende confiscate alle mafie. Davide Mattiello, deputato Pd e relatore della proposta di legge sui beni confiscati alle mafie, sottolinea, in una sua dichiarazione che “confisca non deve più fare rima con fallimento e disoccupazione”. La proposta di legge risulta importante, anche per la sua origine, questa “è una proposta di iniziativa popolare, frutto del lavoro di una ampia rete di organizzazioni sociali, a testimonianza che il nostro Paese è davvero cambiato in questi vent’anni”, dice Mattiello, il quale dedica questa iniziativa legislativa al pm Di Matteo e ai suoi colleghi palermitani: loro non sono soli.

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