L’Agenzia nazionale a due anni dalla nascita

Istituita con la Legge n. 50 del 31 marzo 2010, l’Agenzia Nazionale è stata predisposta per occuparsi del processo di gestione dei beni sequestrati e confiscati attraverso le sue due fasi: la fase giudiziaria e la fase amministrativa.

Durante la fase giudiziaria – che va dal provvedimento di sequestro alla confisca definitiva – l’Agenzia si configura come un organo di consulenza e di consiglio per il supporto dell’attività dell’Autorità Giudiziaria nella risoluzione delle criticità riscontrate dal giudice e dall’amministratore giudiziario durante  procedimento. Svolgerà, inoltre, il ruolo di amministratore dei beni, a conclusione dell’udienza preliminare (se si tratta di processo penale) o a conclusione del provvedimento di confisca di primo grado (se si tratta di processo di prevenzione).

Durante la fase amministrativa – che inizia col provvedimento di confisca definitivo – l’Agenzia si occupa della gestione operativa dei beni confiscati, provvedendo alla loro destinazione entro 90 giorni dalla confisca definitiva (raddoppiabili in caso di operazioni complesse).

In entrambe le fasi, l’Agenzia si occupa del monitoraggio, attraverso l’acquisizione di documenti e dati, in ordine all’uso dei beni dopo la destinazione.

L’introduzione del codice antimafia, entrato in vigore il 13 ottobre 2011, non ha apportato sostanziali modifiche all’azione dell’Agenzia, specificando unicamente il compito di amministrazione e destinazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata da restituire alla collettività, attraverso procedure snelle “in tempi accettabili e nelle migliori condizioni possibili”.

Quanto all’organizzazione interna, l’Agenzia è formata da tre distinti organi; il Direttore, con funzioni di rappresentanza legale, di attuazione delle linee guida, di presentazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo dell’Agenzia;  il Consiglio direttivo, l’organo deliberativo col compito di emanare le linee guida in materia di amministrazione assegnazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati  e il Collegio dei revisori, l’organo di controllo contabile dell’Agenzia.

Oltre a questi tre organi, l’Agenzia si avvale dei Nuclei di supporto, istituiti con circolare del Ministero dell’Interno, presso le singole Prefetture. Nella città di Torino, si è tenuta la prima riunione del Nucleo di supporto composto dal Prefetto, dalle amministrazioni locali (Regione, Provincia,Comune di Torino) dall’Agenzia del demanio, dal Tribunale di Torino, dalla Questura, dalla Camera di commercio, dall’Agenzia delle entrate e da Libera.

Tali nuclei sono stati previsti con l’idea di creare “una sede istituzionale che, attraverso l’apporto devi vari organismi pubblici o rappresentativi della società civile, serva ad accelerare i procedimenti di destinazione dei beni ai sensi della legge n. 575/1965, rimuovendo gli ostacoli che, in quella sede locale, possono rendere i medesimi poco appetibili per le amministrazioni interessate al loro utilizzo”.

Il nucleo di supporto di Torino, ha deciso di creare al suo interno un nucleo più operativo (composto dalla Prefettura, dal Demanio e dall’Agenzia del Territorio), con il compito di espletare le funzioni demandate dall’Agenzia.

L’auspicio è che l’istituzione di questo nuovo organo all’interno delle prefetture, possa essere d’aiuto all’Agenzia che tuttora porta avanti le sue attività con un organico di 30 persone, coadiuvato da pochi altri collaboratori esterni.

 

Con l’istituzione dell’Agenzia si è voluto creare una vera e propria “cabina di regia” diretta a orientare l’azione di tutti i soggetti istituzionali e della società civile coinvolti nell’aggressione ai patrimoni criminali e nella gestione dei beni sequestrati e confiscati. L’Agenzia, in particolare, ha coinvolto nel processo gestionale dei beni definitivamente confiscati, attraverso formali protocolli d’intesa, i soggetti che a vario titolo possono supportare e agevolare la tempestiva destinazione dei beni.

E’ il caso del protocollo d’intesa stipulato tra Unioncamere e Libera avente ad oggetto, tra le altre cose, il supporto altamente qualificato di Unioncamere e delle camere di commercio nella gestione delle aziende confiscate.

Un’ulteriore azione volta a snellire e velocizzare il reperimento di dati e la gestione dei beni sequestrati e confiscati, è l’istituzione di un sistema informativo chiamato R.E.G.I.O. (Realizzazione di un sistema per la Gestione Informatizzata e Operativa delle procedure di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) che consenta l’immissione costante di informazioni da parte dei soggetti istituzionali coinvolti e il monitoraggio degli eventi legati ad ogni bene.

Nonostante le criticità riscontrate, l’Agenzia è riuscita a destinare, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2011, molti beni confiscati. Attualmente gli immobili in gestione all’Agenzia sono 3.364, di cui 2.590 (pari al 77% del totale) risultano interessati da criticità. In particolare, 1.271 sono occupati da persone o cose mentre per 1.556 di questi beni è stata accertata l’esistenza di gravami ipotecari. Tale criticità comporta per l’Agenzia, attraverso i Nuclei di supporto, una complessa e lunga attività istruttoria che prevede gli accertamenti sui singoli gravami ipotecari, l’accertamento della buona fede del creditore attraverso l’avvio dell’incidente di esecuzione  e la definizione del gravame ipotecario in caso di accertamento della buona fede in capo al creditore ipotecario.

In base alla distribuzione geografica degli immobili confiscati definitivamente nel 2011 si evince che la maggior parte sono concentrati in 3 regioni, la Sicilia la Calabria e la Campania. Seguono nella classifica, la Puglia, la Lombardia e il Piemonte. In percentuale la distribuzione risulta all’88,37% al sud, al 5,44% al centro e all’11,19% al nord.

Nella nostra regione sono stati confiscati 129 beni immobili di cui ancora 44 non sono stati destinati o consegnati perché gravati da una più criticità.

Rispetto alla destinazione, l’86% circa degli immobili confiscati in tutta Italia è stato trasferito al patrimonio indisponibile degli enti territoriali, principalmente dei comuni in cui si trovano i beni. L’11%, invece, è stato destinato alle forze dell’ordine.

Per quanto riguarda le aziende, al 31 dicembre 2011 sono 1.516 quelle confiscate in via definitiva, di cui 12 sono collocate in Piemonte. La maggior parte delle imprese confiscate sono s.r.l. o imprese individuali, di cui più del 27% opera nel settore del commercio o nel settore delle costruzioni.

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