OPERAZIONE MINOTAURO, L’AVVIO AL SEQUESTRO DEI BENI

A poco più di una anno dall’operazione Minotauro sono stati emessi i provvedimenti di sequestro nei confronti di 108 immobili appartenenti a 38 degli imputati per associazione a delinquere.

Gli immobili, situati in Piemonte (nella provincia di Torino e di Vercelli) e in Calabria (nella provincia di Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia), si dividono in 41 appartamenti, 40 terreni e 27 autorimesse. Il sequestro, effettuato dal corpo delle Fiamme Gialle, coordinate dal gruppo Riciclaggio della Procura torinese, servirà a garantire il pagamento delle spese, già sostenute e ancora da sostenere, di tutte le fasi del procedimento: dalle intercettazioni telefoniche e le indagini tecniche della Dda della Procura di Torino, andate avanti per quattro anni, alle spese di detenzione in carcere, la gestione dei beni sequestrati e le stesse spese processuali, il tutto per un ammontare di circa 3 milioni di euro.

Si eviteranno perciò ricadute negative sul bilancio dello Stato mettendo in vendita il patrimonio sequestrato, e in un secondo momento confiscato in maniera definitiva, nel caso in cui, al termine del processo, i soggetti condannati dovessero risultare insolventi. La vendita di tali beni non sarà quindi una soluzione residuale conseguente all’inadeguatezza del riutilizzo sociale, ma una scelta consapevole della procura di Torino.

I sequestri effettuati sono di tipo conservativo, riguardano beni di provenienza lecita, talvolta acquisiti per eredità, e non sequestri per sproporzione, effettuati sempre dai Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Torino nell’ambito dell’operazione Minotauro, ma che vedeva le oltre 180 unità immobiliari, i 200 rapporti finanziari ed i 10 complessi aziendali congelati sulla presunzione che, costituendo un patrimonio eccessivo rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati, tali ricchezze siano state accumulate illecitamente.

Nel caso di confisca definitiva gli immobili andranno ad aggiungersi ai 148 beni già confiscati alla criminalità organizzata sul territorio piemontese, di cui 12 aziende e i restanti 135 beni immobili. Gli ultimi mesi hanno portato anche alla confisca definitiva di un’abitazione un fabbricato ed un terreno a Salassa (TO), un’abitazione, un capannone ed altri beni immobili a Villafranca Piemonte (TO) e un’abitazione a Savigliano (CN).

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